Visitare Alba, città della Ferrero
La Ferrero e la Nutella sono l’orgoglio di Alba, una storia di famiglia che ha coinvolto positivamente la cittadina delle Langhe.
Da un lato Nutella e Ferrero Rocher sono nomi di prodotti ben conosciuti a qualsiasi visitatore che arrivi ad Alba. Dall’altro, abbiamo notato nel corso di anni di visite guidate, come non tutti i turisti stranieri ricordino il nome della famiglia che ha fondato e tuttora dirige questa grande azienda.
Inoltre, molti turisti internazionali ignorano che Alba abbia dato i natali alla Nutella e che sia tuttora la sede dello stabilimento produttivo.
Nel tentativo, quindi, di chiarire alcune informazioni di base, condividiamo la storia che ha portato la famiglia Ferrero a creare in pochi decenni un colosso internazionale della produzione di dolciumi.
Risponderemo anche alle domande più frequenti: è possibile visitare la Ferrero? Si può comprare la Nutella direttamente nello spaccio aziendale?
Le origini: Pietro Ferrero e Piera Cillario
Pietro Ferrero, nacque a Farigliano nel 1898 e nel 1924 sposò Piera Cilliario, presentata da un amico comune. Aprirono insieme, nel paese di Dogliani, una prima pasticceria.
Poco dopo, arrivò il figlio Michele e decisero di trasferirsi nel 1925 ad Alba in via Pierino Belli con un piccolo laboratorio di dolciumi a cui seguì un negozio situato sulla via Maestra.
In quel periodo storico, Alba era un centro agricolo il cui mercato era punto di riferimento per i paesi di Langhe e Roero. Le possibilità di sviluppo erano limitate e gli afflussi in negozio concentrati nei giorni di festa ma la cittadina rimaneva il posto migliore per avere visibilità in zona.
Seguirono così altri tentavi imprenditoriali tra cui l’apertura di una pasticceria a Torino, un periodo trascorso in Africa e lo sviluppo di un laboratorio albese, situato in via Rattazzi, che riforniva i negozi di Torino.
Storia di nocciole e cioccolato ad Alba
Nel frattempo, il fratello di Pietro, Giovanni Ferrero, avviò a Dogliani un’attività di commercio di lievito, fin dal 1926. Anch’egli si trasferì dopo pochi anni ad Alba e ampliò la rete di panetterie e negozi che riforniva, confermando lo spirito imprenditoriale dei Ferrero.
Terminata la Seconda Guerra Mondiale, già negli ultimi mesi del 1945 i Ferrero ripresero le attività commerciali. In particolare, mentre Pietro era ancora impegnato in una pasticceria a Torino, il fratello Giovanni ebbe la disponibilità di molti quintali di melassa utilizzata per produrre malto e lievito.
Cedette un certo quantitativo di melassa al fratello Pietro che la mescolò a latte in polvere, burro di cocco, nocciole tostate, farina di castagne, dando vita ad un inedito composto dolce.
Ferrero e Nutella: l’intuizione geniale ad Alba
Venduta in blocchi di circa 2 kg e servita a fette, questa pasta dolce ricordava il gusto del cioccolato nocciolato ma senza contenere cacao, che all’epoca era costoso e di difficile reperimento.
Riscontrò da subito un grande interesse e dopo pochi mesi di dosaggi differenti degli ingredienti, Pietro Ferrero e la moglie Piera definirono la ricetta del cosidetto “Giandujot”, non commercializzabile come cioccolato ma sicuramente di buon gusto e di prezzo abbordabile.
Sull’incarto del Giandujot, apparve il marchio che raffigurava un sorridente Gianduja, la tipica maschera piemontese. Infatti, il gusto del cioccolato gianduia era già stato inventato a metà ‘800 a Torino e la Caffarel produceva da tempo i famosi gianduiotti.
L’immagine allegra di Gianduia si proponeva come un invito all’ottimismo in un’Italia ancora sconvolta dai traumi della guerra.
La nascita della ditta Ferrero di Alba
Il 14 maggio 1946 fu iscritta alla Camera di Commercio di Cuneo la ditta “P. Ferrero di Cillario Pierina” ovvero l’origine dell’attuale Ferrero, il cui scopo commerciale fu fin da subito “la produzione di cioccolato, torrone e dolciumi in genere”.
La famiglia si trasferì definitivamente ad Alba e già nel 1948 aprì un primo stabilimento industriale che diede lavoro a circa una trentina di operai. Il terreno fu precedentemente acquistato dai Ferrero sulla strada Toppino (via Vivaro). E’ ancora lì, sulla riva del Tanaro, che si trova lo stabilimento Ferrero, visibile anche dalla tangenziale di Alba.
La Ferrero, successo di famiglia
La morte improvvisa di Pietro nel 1949 scosse la famiglia e la comunità albese. Pietro è ricordato ancora oggi come l’anima del progetto, colui che trasformò una piccola pasticceria in una fabbrica. A lui si deve l’intuizione del composto a base di nocciole, sussidiario del cioccolato, che appagava un pubblico vasto.
Il successo della Ferrero, dopo la scomparsa di Pietro, si può riassumere grazie alla sinergia tra la vedova Piera, dalle grandi capacità organizzative e il talento commerciale di Giovanni.
A loro si aggiunse il figlio di Piera e Pietro, Michele che fin da subito fu incaricato responsabile della produzione. Michele viaggiò all’estero alla ricerca degli ingredienti migliori e delle tecnologie più avanzate, curioso di diventare leader del settore e di apprenderne tutti i segreti.
La passione di Michele per i macchinari industriali gli consentì di brevettare in prima persona nuove linee produttive all’avanguardia che resero la Ferrero un fiore all’occhiello anche dal punto di vista tecnologico-industriale, così come lo è ancora oggi.
Il risultato fu non solo un incremento della produzione. Ferrero e Nutella si confermarono orgoglio di Alba per la capacità di proporre sul mercato prodotti molto complessi da confezionare, che nessun altra fabbrica era in grado di fare.
Al vertice di ogni investimento e strategia, c’è sempre stata una visione coraggiosa e che spesso andò contro corrente. Per esempio, la voglia di conquistare mercati esteri in periodi storici difficili o proporre ovetti di cioccolato anche oltre il periodo pasquale.
Oppure idee come vendere un the freddo, adatto all’asporto e all’estate, in una confezione leggera e divertente.
Dal Mon Chéri ai Nutella Biscuits
Nel 1949 fu commercializzata la “Supercrema” che cambiò nome nel 1964 in Nutella, strizzando l’occhio al mercato internazionale, grazie al nome creativo che sfrutta la parola nut (abbreviazione di hazelnut – nocciola), abbinata ad una desinenza dal suono tipicamente italiano –ella.
Quando tutti producevano cioccolato solido, Michele Ferrero lo mise sul mercato in versione cremosa e spalmabile. Grazie all’aggiunta di cacao e burro di cacao, ormai a disposizione di tutti, la Nutella si presentava come un’evoluzione del primitivo Gianduiot.
Tra i tanti prodotti di successo non bisogna dimenticare il Mon Chéri il cui nome internazionale di facile comprensione aprì le porte del mercato europeo. Questo cioccolatino ripieno con la ciliegia rappresentò anche una sfida dal punto di vista tecnico. Ingegneri studiarono come mantenere il liquore liquido all’interno della manica di cioccolato.
Famose campagne pubblicitarie della Ferrero hanno alcuni prodotti delle icone pop e sono rimasti impressi nell’immaginario collettivo come il famoso slogan “che mondo sarebbe senza Nutella”.
Seguirono nel 1968 il marchio Kinder, che, con il chiaro intento di rivolgersi ai bambini, convinceva le mamme all’acquisto con il motto “più latte meno cacao”.
Nello stesso anno fu la volta del Pocket Coffee che usufruiva di una tecnica di confezionamento simile al Mon Chéri. Nel 1969 arriva il Tic Tac, nel 1976 l’Estathé e “solo” nel 1982 il Ferrero Rocher, forse una delle praline più esportate in tutto il mondo, dall’inconfondibile carta dorata.
Gran parte di questi prodotti hanno mantenuto il loro successo nel corso del tempo e sono arrivati ai giorni nostri, tranne pochissime eccezioni. Per alcuni prodotti che sono usciti dalla produzione, come la stecca di cioccolato “Sultanino” del 1953, tante altre novità vengono sfornate periodicamente, come i recenti Nutella Biscuits.
Ferrero e Nutella orgoglio e successo di Alba
Nel corso dei decenni furono gradualmente aperti stabilimenti produttivi all’estero, dapprima nel 1957 in Germania e a seguire in Francia, Belgio e Olanda. Verso la fine degli anni ’70, la Ferrero conquistò l’Asia e aprì una fabbrica in Australia. Oggi ci sono 25 stabilimenti sparsi nel mondo.
Laddove necessario, furono sviluppati versioni diverse dello stesso prodotto con il fine di appagare il gusto e le esigenze locali di ciascuna nazionalità di consumatori. Esistono prodotti Ferrero disponibili solo in alcuni Stati e non commercializzati in altri.
Il senso di responsabilità sociale ha sempre accompagnato i prodotti e le aperture dei nuovi stabilimenti. Un esempio fu “Villa Piera”, una struttura di alloggi a fianco della fabbrica tedesca, creata per agevolare la vita delle lavoratrici locali. Si evitavano così lunghi trasferimenti per raggiungere il posto di lavoro.
Michele ebbe due figli, Pietro e Giovanni, chiamati rispettivamente come suo padre e suo zio. La scomparsa prematura di Pietro nel 2011 hanno lasciato il comando nella mani di Giovanni che dirige la Ferrero dalla sede del Lussemburgo. Giovanni Ferrero ha introdotto una politica di nuove acquisizione, tra cui la Nestlé, che consolidano i brand storici.
I benefìci per Alba e le Langhe
I progressi tecnologici della Ferrero sono sempre stati supportati, fin dall’inizio, da una realtà commerciale di vendita e distribuzione molto estesa. Una novità nell’Italia dei primi anni ’50.
A beneficiarne, dal punto di vista economico, sociale ed urbanistico, anche Alba e le Langhe. Nuovi posti di lavoro in fabbrica, negli uffici, nuova occupazione in campo agricolo con la coltivazione della nocciola. Lo sviluppo di un intero indotto che ruota intorno allo stabilimento di dolciumi coinvolse le Langhe ancora in ginocchio nel dopoguerra.
La Ferrero fu un’alternativa solida e locale rispetto alle catene di montaggio della Fiat a Torino, contribuendo ad arginare lo spopolamento delle campagne albesi.
Si ricordano le linee di autobus che in diversi momenti della giornata collegavano i piccoli borghi rurali delle colline circostanti Alba con lo stabilimento Ferrero. Un servizio ideato quando ancora l’automobile non era alla portata di tutti.
Il rapporto con gli operai
Un grande rapporto di fiducia e rispetto stringe la cittadina di Alba alla Ferrero, intesa sia come fabbrica, sia come famiglia che da generazioni dirige con successo l’azienda. Una famiglia che ieri come oggi privilegia uno stile di vita riservato senza ostentazioni.
Aldilà del posto fisso alla Ferrero, ciò che stringe il Gruppo al territorio è il grande senso di rispetto tra azienda e dipendenti e la condivisione con la comunità locale del successo.
Per molte settimane che seguirono la scomparsa di Michele Ferrero nel 2015, tutti i negozi di Alba esposero nelle proprie vetrine, una sua foto con un ringraziamento. Un gesto che andava oltre il lutto istituzionale, un tributo ad un uomo stimato, un voler abbracciare una famiglia a cui un po’ tutti si sentono legati.
Ancora oggi, nonostante l’espansione, la responsabilità sociale del Gruppo Ferrero si basa sul supporto alle comunità locali oltre che a puntare all’eccellenza della qualità e l’attenzione all’ambiente.
La Fondazione Ferrero
Michele Ferrero, già conferito del titolo di Cavaliere del Lavoro nel 1955, costituì nel 1983 la Fondazione Ferrero a ricordo dei genitori e dello zio Giovanni. La moderna sede della Fondazione, disegnata dall’architetto Valerio Demaria, comprende un auditorium, spazi espositivi, una palestra.
Ferrero e Nutella, orgoglio di Alba, misero a disposizione borse di studio e negli anni a seguire, eventi e iniziative culturali come le grandi mostre d’arte dell’ultimo decennio, di risonanza nazionale.
Inoltre, esiste uno spazio per gli anziani lavoratori della Ferrero, ormai in pensione. Un investimento per mantenere alta la qualità della vita di chi ha contribuito al successo dell’azienda e stimolare nuovi interessi.
Il centro Anziani Ferrero offre a circa 3500 pensionati e ai loro consorti, attività di vario genere, dal risveglio muscolare a viaggi e appuntamenti culturali.
Visita alla Ferrero di Alba: è possibile?
Al momento in cui si pubblica questo articolo, la Ferrero non organizza visite guidate dello stabilimento, aperte al pubblico.
In una visita guidata di Alba, la guida turistica attinge dalla storia della famiglia e dai luoghi dove furono mossi i primi passi da Pietro Ferrero.
Nel corso di un tour che prevede l’uso del bus o dell’auto, è facilmente raggiungibile l’ingresso dello stabilimento. Si vede la grande scritta Ferrero che troneggia sulla portineria ma oltre i cancelli non è normalmente consentito accedervi.
Ferrero e Nutella allo spaccio aziendale di Alba
Lo Spaccio Aziendale dello stabilimento Ferrero in Alba è riservato solo ai dipendenti e alle Forze dell’Ordine.
I prodotti Ferrero e Nutella di Alba sono disponibili nella grande distribuzione e stagionalmente. Tra le tante scelte di comunicazione trasparente con il pubblico, l’azienda ritira nei mesi estivi i prodotti di cioccolato dal mercato.
Con lo scopo di offrire sempre delizie di altissima qualità, la Ferrero evita così che il consumatore possa rimanere deluso. Infatti, le alte temperature estive possono compromettere la conservazione del cioccolato.
Campagne pubblicitarie di carattere emotivo, informano il pubblico, ogni autunno, del ritorno delle specialità Ferrero sugli scaffali dei supermercati.